5 Marzo 1997
La pittura del maestro Enrico De Cenzo, ermetica al primo sguardo, ci permette di penetrare all'interno delle raffigurazioni e raggiunge l'essenza, l'Archè della vita.
Conosciuta e apprezzata in tutto il mondo è la pittura di Enrico De Cenzo.
I quadri dell'artista stabiese, nonostante la sua giovane età, sono stati ammirati e esposti nelle mostre di varie parti d'Italia e all'estero, in Polonia, Germania e America. Proprio qui il giovane pittore ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui un premio dall'accademia delle belle arti in occasione di una sua mostra a Batavia (New York) e una lettera di elogio dalla moglie del presidente degli stati uniti, Hillary Clinton, a cui è stata regalata una sua opera.
La partecipazione al festival dei due mondi di Spoleto e l'esposizione delle sue opere nel comune di De Ruta in occasione della festa "Magia di un arte" sono segni della notorietà del pittore stabiese in varie parti d'Italia.

Lettera da parte di Hillary clinton
Ma cosa colpisce di più dell'arte di De Cenzo?
Certamente il sentimento, l'emozione che suscita in chi si pone di fronte alle sue tele. Apparentemente ermetica, per l'occhio superficiale, la sua arte spinge ad entrare all'interno di ciò che si raffigura, il soggetto di un quadro diventa per l'artista un pretesto per ridestare la sua fantasia,
"Parlo da un'emozione dentro di me
- Afferma il pittore - liberando un sentimento che si sublima in modo figurativo, spesso quello che sentiamo è costretto la mondo esterno".
Nelle sue opere si avverte la realizzazione libera e immediata del suo sentimento e della sua creatività. Le linee, i piani, i colori che il pittore traccia non sono affatto dei simboli di ciò che vuole esprimere, ma diventano l'espressione spontanea del suo animo, sono la sua stessa arte.
La sua pittura è frutto anche di un attento e scrupoloso apprendimento delle tecniche del passato, con particolare riferimento all'arte rinascimentale.
Lo studio dei libri di Leonardo e delle tecniche figurative dei pittori rinascimentali e poi degli impressionisti, hanno permesso a De Cenzo di appropriarsi di una tecnica precisa, attenta soprattutto al gioco tra luce e colore. Da qui nasce sì un'arte spontanea, ma che si esprime attraverso un meditato codice figurativo. L'artista sente forte il peso della tradizione, di tutto ciò che ci permette ora di essere uomini del XX secolo. La sua è una pittura solare che ben si esprime anche sulla maiolica che lavora abilmente, nonostante le difficoltà tecniche insite nella materia.
Intensamente espressivo è il San Francesco lavorato sulla maiolica, che è attualmente nel convento dei frati minori a Monteluco di Spoleto.
Particolarmente interessanti sono alcuni suoi dipinti che hanno per soggetto gli indiani, un popolo ormai in estinzione e di cui De cenzo riesce a catturare e a esprimere, attraverso la tela, il fiero orgoglio di appartenere a quella razza, la dignità di uomini, la filosofia di vita, che li rende parte integrante di una natura che l'uomo distrugge.
L'umiltà di De Cenzo allora diventa un incentivo atto a ampliare le sue conoscenze e a permettere la crescita dell'uomo e dell'artista
Di Ninì Parmendola